lunedì 24 marzo 2008

vasco rossi - ma cosa vuoi che sia una canzone

L’album degli esordi per il grande Vasco, siamo nel 1978 e un Vasco giovane e timido si affaccia nel panorama musicale nazionale con MA COSA VUOI CHE SIA UNA CANZONE, il suo primo lavoro.
Sono pezzi storici, che hanno lasciato tutti il segno, brani che forse è quasi superfluo citare e ricordare perchè conosciamo tutti molto bene, li amiamo, hanno costituito la colonna sonora di molti eventi della nostra vita.
LA NOSTRA RELAZIONE, brano d’amore e forse della celebrazione della sua fine, una storia strana, fatta forse d’abitudine, un rapporto logorato. Il pezzo è di quelli che si imparano a memoria immediatamente, per tanto uno dei più conosciuti in assoluto.
E POI MI PARLI DI UNA VITA INSIEME, forse lo strascico della precedente storia, l’incapacità di accettare un futuro programmato fatto di ordinarietà e di piccole soddisfazioni quasi materiali.
SILVIA, l’adolescente che vuole crescere e che si scruta nello specchio nella fretta di vedere cambiamenti, una canzone dedicata ad una donna, forse una lolita, Vasco intitolerà molte sue canzoni con i nomi di donne, e forse al pubblico femminile piace identificarsi in questi personaggi così diversi e delineati.
TU CHE DORMIVI PIANO (VOLO’ VIA) un pezzo sussurrato più che cantato, cosa che accomuna del resto anche gli altri brani, dove si assiste ad un grande romanticismo celebrativo che poi evolve in un ritmo più febbrile e forse reale.
JENNY (E’ PAZZA), recupero del suo primo 45 giri, una ragazza forse stanca della società che è più facile identificare come pazza, una ragazza che, solo perchè non si adegua ai canoni imposti proprio dalla società, è più facile emarginare e considerare pazza, la canzone di un rifiuto profondo, di una chiusura in se stessi come reazione alla superficialità dei comportamenti comuni.
AMBARABACICCICOCCO’, altra canzone che, forse attraverso metafore vagamente più strutturate, si propone come modello di uno scontro generazionale, i figli che contestano i genitori, i giovani che contestano il modo di vivere degli adulti, e che, all’apparenza, non porta a nessuno sbocco se non all’invecchiamento.
ED IL TEMPO CREA EROI, un brano decisamente bello, una musicalità piacevolissima ed un impegno sociale decisamente più sottolineato dei precedenti nell’assumere una presa di posizione scomoda contro gli atteggiamenti borghesi e ipocriti della società.
CIAO, ultimo pezzo, esclusivamente strumentale.
Secondo me, questo è uno dei lavori più belli ed autentici del Vasco, emerge la volontà di crearsi un proprio spazio, Vasco non s’impone con violenza ma è quasi timido in questo suo naturale proporsi come cantante, forse ancora un po’ acerbo musicalmente, i pezzi sono molto sussurrati e parlati, ma con il tempo evolverà e questo album resterà invece a testimoniare un primo Vasco pieno di voglia di dire e in cerca degli strumenti per farlo.

Un Vasco che arriva, lo si percepisce chiaramente, cattura l’attenzione e la fa sua. Un grande Vasco.

5 commenti:

Maddea ha detto...

proprio un grande Vasco!
Ciao da Maddea.

Melina2811 ha detto...

Stò effettuando il solito giro per passare un salutino a tutti gli amici di cui ho linkato il blog. Ciao da Maria

sauvage27 ha detto...

Ciao ... un piccolo passaggio per un piccolo saluto... mandi mandi ...Loris.,¸¸.•*`º¤,¸¸,.•*`°`’

Massy Biagio ha detto...

Ci scambiamo i link? Io ho una pagina apposita sul mio sito http://arcanaintellego.blogspot.com/2007/03/end-days-perch-arcana-intellego-blog.html se ti interessa lascia un commento, ciao.

sauvage27 ha detto...

Ciao ... un passaggio per un piccolo saluto... mandi mandi ...Loris…

Google