giovedì 13 dicembre 2007

VASCO ROSSI - COLPA D'ALFREDO

Siamo nel 1980, e il Vasco, ancora praticamente esordiente nel mondo musicale, pubblica un album con un nome che stupisce, COLPA D’ALFREDO. Un album pieno di spunti interessanti e di ambizioni concretizzate, pezzi veramente belli che oggi sono considerati immortali, che tutti conoscono e tutti amano inevitabilmente. Un album ancora sempre attuale e riproponibile, nonostante il tempo trascorso non ha preso né ruggine né polvere. NON L’HAI MICA CAPITO, conosciuta anche come TI VOGLIO BENE, un pezzo allegro e scanzonato in cui si respira una sorta di spensieratezza leggera e piacevole, proprio come un ti voglio bene, meno impegnativo di un ti amo ma forse più promettente, che ancora lascia vedere prospettive nuove ed evoluzioni inattese. COLPA D’ALFREDO, un brano allusivo dove sono inevitabili le metafore con il mondo della droga SUSANNA, altro pezzo divertente e poco impegnativo, dedicato ad una donna, o meglio, ad un’altra ragazzina che con il suo atteggiamento sbarazzino provoca reazioni molto conturbanti negli uomini che le stanno intorno, un brano veloce che si appoggia ad una musica rock simpatica e di impatto ma non particolarmente tra i miei preferiti. ANIMA FRAGILE, ecco invece un brano bellissimo, immortale, proposto e riproposto, di quelli che tutti conoscono a memoria e su cui, probabilmente, si sono in qualche modo lasciati andare, alla malinconia, alla solitudine, alla tristezza di una serata particolare. Un brano che parla dell’abbandono, di un amore finito, e ne grida tutto il dolore e la disperazione, un pezzo autentico, che fa tremare. ALIBI, uno dei pezzi che forse meno è rimasto impresso nella memoria collettiva di questo grande album, una storia di provincia, un fatto di cronaca, un Vasco irriverente e provocatore come spesso accade e accadrà, ma non uno dei suoi pezzi migliori. SENSAZIONI FORTI, un pezzo veloce che con la musica ben enfatizza il significato del titolo, un pezzo beffardo e trasgressivo, anche questo, un brano meno autentico e sentito di altri. TROPICO DEL CANCRO, molto romantico il Vasco in queste sue escursioni chiaroveggenti, chissà solo se volesse veramente dire qualcosa o se forse l’intento evocativo era finalizzato solo a rappresentare una scenografia, pur molto pittoresca. ASILO REPUBLIC In chiusura di album, il Vasco non propone, come spesso accade, uno dei suoi lenti o delle sue ballate, ma un pezzo rock, trasgressivo, allusivo, provocatorio. Ma forse questo era il periodo che maggiormente stava vivendo, proiettato nel mondo del successo, giovane e maledetto, la trasgressione era probabimente uno dei segnali che più facilmente riusciva a condividere, anche se resto dell’idea che, quando invece si concede “veramente” in modo totale, aperto, senza barriere sociali e mostrando la sua anima, diventa il Vasco più grande che noi tutti conosciamo.

1 commento:

sauvage27 ha detto...

Il Vasco più grande...ma io conosco solo questo..., ...mandi mandi ...Loris.....

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