domenica 16 dicembre 2007

LA VITA E' BELLA


Il campo di concentramento raccontato in chiave Benignana. Perchè Benigni è tutta una filosofia, difficile riassumerlo volendolo inquadrare in un ruolo, Benigni sfugge alle catalogazioni e si crea la sua nicchia individuale in ogni situazione, un punto di vista assolutamente privilegiato e personale per poter osservare e raccontare gli eventi. Il campo di concentramento. Lo sterminio. La morte. Le divise. La prevaricazione. La fame. L’abbandono. L’isolamento. L’annichilimento. La mortificazione. Queste sono realtà che la storia ci ha trasmesso ha caratteri cubitali, grazie anche alle testimonianze reali dei sopravvissuti, oltre che degli storici e degli archivisti. Ma Benigni, come può uno come lui accostarsi ad una così lacerante ferita della coscienza storica umana senza trovare una sua giusta angolazione, che gli permetta di spaziare con la fantasia, con l’immaginazione e la creatività? E’ per questo che lo amiamo, perchè non è mai scontato, non è mai prevedibile, ci riserva sempre sorprese gradite che stupiscono e fanno riflettere. Grandiosa l’intelligenza di Benigni in questo suo film, immagini pulite, una cinematografia senza effetti speciali devastanti ma che si concentra profondamente sull’individuo, sul sentimento, sulla volontà di portare una testimonianza d’amore in mezzo alla desolazione più assoluta. Tante le vittime dell’Olocausto, e chiaramente il pensiero si strozza in gola al pensiero dei bambini, innocenti tra gli innocenti, che hanno dovuto vivere e soccombere ad un esperienza così tragicamente ingiusta e incompresa. E Benigni di un bambino ci vuole parlare, e attraverso i suoi occhi, e quelli di suo padre, raccontare come la fantasia può deformare la realtà tanto da farla sembrare accettabile, o comunque, a misura di bambino. Tutto è un grande gioco, l’obiettivo non è tanto la sopravvivenza quanto la raccolta dei punti necessari per poter raggiungere il premio, un carro armato. E le regole diventano allora accettabili. Il meccanismo, così riassunto, è forse semplicistico, il film occorre chiaramente vederlo per poterlo apprezzare in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, ed è un film che merita veramente la visione. La storia, in sintesi, narra di un grande amore tra Guido, Benigni appunto, un uomo di origine eraiche, e Dora, la maestra bella e sensibile di cui Guido si innamora a prima vista. Inutile dire che Dora è interpretata da Nicoletta Braschi. Gli anni del fascismo scorrono nelle prime scene, e accentuano il disagio di una situazione “di confino” quale quella della coppia, lei che di origine è ariana, e benestante, e lui che è stata la sua scelta d’amore mai rinnegata. Scelta che verrà rinnegata quando Dora deciderà deliberatamente di salire sul treno per farsi deportare assieme alla sua famiglia, e condividerne un destino parallelo che verrà sfiorato, in alcuni toccantissimi momenti, come quello della dichiarazione d’amore al microfono. Non voglio entrare nei particolari del film, non potrei neanche farlo in modo esauriente, il film deve assolutamente essere visto e rivisto perchè è uno dei più belli prodotti negli ultimi anni. La vita è bella. Perchè nonostante tutte le avversità, nonostante tutti i problemi e i drammi di questo secolo o di una semplice giornata, la vita è bella e bisogna continuare a viverla con spirito d’avventura e ottimismo.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

vrissimo nonostante tutto la vita bisogna viverla con ottimsmo...ps mi piace il tuo blog mi spieghi come fai ad inserire i video io non ci riesco..ci^__^ao!

sauvage27 ha detto...

La vita è bella...ma a volte non si riesce a vedere il sole splendente...non ci si riesce.... , ....

Raggio di sole ha detto...

Ho visto questo film bellissimo diverse volte....lo guardo sempre volentieri

Shadow ha detto...

ciao tanti auguri per un 2008 sereno e ricco di novità positive.
Auguri a te e a chi ti sta vicino.

romu
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